Mi perdonerò da sola la citazione jovanottiana, ma descrive abbastanza bene la situazione in cui mi trovo. Esco da una settimana di malattia di Viola, che è arrivata un mese dopo un’altra malattia di Viola, che ha steso l’intera famiglia e messo ko anche me. Che è arrivata appena dopo i primi sforzi per tirarmi fuori dal pantano emotivo in cui mi sono trovata nei mesi scorsi.
Quindi lavoro a progetti, le poche ore che ho a disposizione evaporano, mi interrompo continuamente (anche ora, tendo l’orecchio per sentire se Viola, che sta dormendo, piange. Cosa che è appena successa. Questo post lo avrei pubblicato mezzora fa). Mi interrogo sul futuro, sul presente. Non sul passato, è già qualcosa. Quindi, siccome ho passato l’ultimo anno a pensare e a non agire, metto giù quello che mi riprometto. In pratica mi sfido. Non buoni propositi, ma un planning della mia vita dei prossimi mesi. Queste sono le mie dichiarazioni d’intenti.
- Mi dico di dare il via al progetto che ho in mente da un anno. Non che sia fermo, è solo molto lento. Ho fatto il logo, header, ho in mente cosa metterci dentro. È ora di riempirlo. Ho in mente una rete tra donne, devo tesserla.
- Mi dico che dovrei sedermi qui a scrivere ogni giorno. Per la mia sanità mentale, anzitutto.
- Mi dico che dovrei rimettermi a fare fotografie, ordinare quelle che ho già fatto.
- Mi dico che dovrei leggere almeno un libro a settimana. Ho, credo, circa 200 libri che aspettano di essere letti. Intanto sono sotto di tre libri dall’inizio dell’anno. Vediamo se arrivo a 50 entro a fine. (Non tengo conto dei libri per bimbi 0-3 che ho letto quel centinaio di volte).
- Mi dico che dovrei tornare al cinema una volta ogni 15 giorni. È una delle buone abitudini della mia vita ante Viola che mi mancano di più. I concerti, non parliamo dei concerti: quelli per ora sono un lusso raro. Ma in futuro sarà grande abbastanza da venirci con me, e allora…
Il 2016 è stato l’anno di Viola. Il 2017 l’anno della crisalide. Che il 2018 sia l’anno dell’azione.